18/12/2006

Anonimi dai capelli castani mordono il cuore con monotono languore

...Sale alla mia stessa stazione e mi piace indovinare quello che pensa..lei quando ha preso il treno sapeva qual'era il capolinea e voleva arrivarci,ha accettato la sfida anche se era da sola e sa di aver fatto bene. Il viaggio però le sembra sempre più lungo e il treno comincia ad annoiarla, quasi la intristisce e ogni volta che il treno si ferma guarda fuori dal finestrino e le viene la tentazione di scendere e si ritova a domandarsi se sta viaggiando per andare o per arrivare...

(Anonimo)
...Una ciocca le cade sulla guancia; il treno si è fermato. Con un leggero soffio scansa i capelli fermi sull'occhio destro, mentre al di là del vetro scorge le sagome degli studenti con il loro vociare spensierato.
Poi silenzio. Il cigolio della porta, i passi svelti di chi cerca da sedere, un fischio. Riparte piano, come un pattinatore sul ghiaccio e sembra chiederti "Resti o scendi?". Ma è un attimo, e già lontana, fermo al capolinea, ti vedo andare e mai arrivare...
Obbligato
(S.)

01/12/2006

Being (a) Saint

Recentemente mi sono accorto di essere un verseggiatore, ovvero scrivo, ma son privo di un’autentica ispirazione poetica.

In questo post vi spiegherò le ragioni per le quali è quasi impossibile creare una copia del sottoscritto. Nel caso qualche lettore volesse cimentarsi nell’impresa sappia che il candidato deve soddisfare alle seguenti qualità:

  1. Ambizione: un giorno sarò citato come soluzione d’ enigma in qualche cruciverba per ragazzi. Es. 2 orizzontale, 5 lettere: Una mano…dal cielo. S_..._N_T_... . Compro la “R” di Suzzara.
  2. Controllo: Mercoledì ho ritrovato la spilla dei Briefs e per questo ho pianto. Mia madre, che ha assistito alla deplorevole scena, mi ha ripreso ricordandomi che non so nemmeno chi cazzo siano.
  3. Portamento: una camminata impettita e piuttosto elegante, i passi si susseguono con ritmica cadenza. Molte star hollywoodiane si sono già rivolte al sottoscritto per alcuni accorgimenti. Tra queste ricordiamo la Kidman, Maurizia Paradiso e Fausto Gorelli (l’idraulico nella pubblicità del Calfort®).
  4. Prestanza atletica. Ai provinciali del 1999 ho provato il salto triplo. Al primo balzo avevo già superato di mezzo metro il record del mondo, al secondo ero tra le fila di un corteo di giovani indipendentisti baschi. L’atterraggio è previsto nella prima decade di Maggio p.v.
  5. Il “ Prendersi male” cosmico. Non ne parlerò, onde evitare di prendermi male.
  6. Il fiuto per gli affari. Nel 2001 un amico mi chiese di coprodurre una serie di magliette tinta unita girocollo con stampate sopra immagini di ciliegie, banane, fragole ecc… Ovviamente mi sono rifiutato. Chi vuoi che te le compri, siamo nel nuovo millennio, idiota!
  7. Insofferenza: alcuni mi giudicano un' anima in pena. Capita quando i capelli crescono e languori vi s’ impigliano. Tradotto: “ieri sono andato dal tagliarmi i capelli per questo son contento”.
  8. Saperci fare.

    S.:”Esci questo fine settimana?”
    Lei:”Certo, sabato, con Sara”
    S.: “oohh…”
    Lei.: “Te la ricordi Sara, vero?”
    S.: “oohh…”
    Lei.: “Ci vediamo Santa!”
    S.: “oohh…”

    Lesbiche, non posso fare a meno di provarci!


P.s.

Il prossimo post sarà incentrato sull' inarrivabile taglio di capelli della ragazza mora incrociata sull’accellerato Modena-Verona.

23/11/2006

Il migliore dei mondi possibili

Torni a casa. Mentre ti chiedi chi mai li avrà portati su per le scale, pesanti come sono, intravedi, appiccicata al pc, una finestrella che recita “la teleferica non funzionerà più correttamente”, realizzando così che anche domani sarà una giornata logorante per le tue gambe.
Magari sapessi volare fluidamente quanto Peter... Spesso prendo la metro; scendo e risalgo ad ogni fermata,tanto per dare un po’ di soddisfazione al macchinista pellerossa.
A parte alcune scomodità, qui a Che Non C’è (RE), non si sta peggio che in alcune borgate di provincia. Tutti cercano di darsi una mano a vicenda. L’adsl non è ancora arrivata sull’isola, ma parlando con l’assessor Spugna ho carpito l’intenzione di porre un ripetitore Wireless sull’albero maestro della nave dei pirati; una soluzione di ripiego in attesa della fibra.
Campanellino mi ricorda Marcella Bella: ci prova con tutti , ma ogni volta si sente dire che è troppo piccola. Ultimamente s’è data hip hop e da un po’ di tempo, una sera a settimana, ci improvvisiamo in piccole gare di rap alle quali gareggiano tutti i bambini smarriti. Purtroppo è venuto a mancare un po’ entusiasmo da quando un ragazzino orfano di padre con i capelli ossigenati ha cominciato a fare il fenomeno e a vincere sempre.
Da quando fa il part-time sull’isola, Wendy, somiglia sempre più alla Montalcini, per questo Peter ogni notte, da un mese a questa parte, va a giocare con la sua ombra in casa di Jessica Alba.
Uncino non è mai esistito, così come il coccodrillo: rappresentano soltanto una sorta di “uomo nero” per spaventare i bambini più piccoli e in qualche modo giustificare la mancanza di orologi sull’isola.
Io mi do da fare, scrivo, dimentico.
Tu, Mantide?

14/11/2006

Brillo, ovvero ubriaco, di luce riflessa

Fossi uno specchio, sarei composto da milioni di molecole metalliche, lavorato in modo tale da rendere armoniosa ogni mia singola imperfezione superficiale. La verità è che sono opaco, composto principalmente da acqua e molecole organiche deperibili in brevissimo tempo. Proprio per questo non posso far altro che specchiarmi e dunque invidiare ciò che perfetto è: la cornice. Lo specchio non è nulla senza cornice, non esiste specchio se non esiste cornice. Non esisterebbe cornice se non vi fosse qualcosa su cui valga la pena riflettere. Ognuno è riflessione di se stesso, se paragonato ad una cornice.
La cornice è dunque lo specchio di noi stessi. Eccezion fatta per le cornici a specchio.

Se qualcuno pensa si tratti di pazzia, rispondo “Desolato, non posso non credere a quanto asserito pocanzi”. L’universalità delle conoscenze deve obbligatoriamente fare leva su questi concetti: lo Specchio (la riflessione), la cornice (la conoscenza), l’illuminazione ovvero la vita (cogito ergo… ecc…).
Non sarà certo quest’ ultima a smentirmi. Provate a rifletleggere.


Papà: Dovremo deciderci a rimpiazzare lo specchio in salotto…
S.: Sei impazzito? Rimpiazzeresti forse il nonno?
Papà: Ho detto “Specchio” non “Vecchio”!
S.: E con questo? E’ solo una misera speculazione…
Papà: Una volta nella vita, prima di parlare, rifletti!
S.: Prima o poi volerai dal cornicione.

10/11/2006

Disincagliandomi

Ciò che seguirà è quanto da me sfornato domenica sera poco prima delle otto. Pessimo post, emo, ma purtoppo sono anche questo. Daltronde, non resterebbe forse che rinchiuderci tutti in grossi acquari, se non fossimo consapevoli che, tra noi, c'è anche chi, dall'altra parte, interpreta?

Uscirne, prima di tutto. Ripercorrere; senza soffermarsi sugli errori, deviando lo sguardo ad ogni tuo incontro.
Sogno, per questo vivo. Non dovrò uccidere la mia coscienza una volta sveglio, non dovrò per conto di qualche timido silenzio. Spero di non querelarmi una volta partorita l’idea di offendermi; spero Freud abbia omesso una corte d’assise nelle sue interpretazioni. Ho finito le illazioni perché ho cessato d’odiarti. Ho sepolto l’orgoglio e accennato un sorriso: voglio un altro nome per cui soffrire, un altro abisso in cui affondare.
Un’altra voce per riemergere.

03/11/2006

Perdere la faccia parlando d’amore, con il Gobbo al Notre Dame.

Andrò a Parigi e parlerò inglese. Dopotutto chi non s’è mai sentito incompreso una volta nella vita. Incompresi si nasce ovvio; lo si dice dei geni: compresi solo da loro incompresi. Stolti compresi. Forse sarà perché c’è chi riesce a vedere un po’ di amor proprio anche nel più labile dei giansenisti, che qualcuno commenta questo blog spacciandolo per benedizione. Sarà la luce bianca dell’abagiur che sbatte sulla mia giacca bordeaux de le cop sportive a farmi sentire più italiano che comunitario, oppure, come sempre, sarà il diciottenne lituano che mi ruba dal mio sogno preferito a giardinetti di Montmartre? Diciamo entrambe o nessuna; visto che mi piace assopirmi con la luce accesa, ma pretendo essere svegliato da madrelingua francesi.

Si però Eugenio, non fare quella faccia se non hai colto l’essenziale: tutto è lecito sul foglio. La bacchetta la stringo in mano io. Nel senso che dirigo, non certo che insegno.
Ricordo:
Chi sa, fa.
Chi non sa, insegna.
Chi non sa e non fa, coordina.

27/10/2006

Uccidi un castoro: salverai un albero.

Se pensassi che tutto ha una fine, probabilmente non sarei qui a ripensare a "la grande notte del giovedì sera". Sono in pochi a saperlo, e, contrariamente a ciò che fino ad oggi è stato detto e scritto da scienziati e fisici, il tempo, viene creato. Piccoli uomini secondogeniti svizzeri con grossi collari a forma d'ingranaggeria di precisione da sempre si prodigano per far si che lo scorrere dei giorni prosegua inesorabile. La nostra vita dura per loro il battito d'ali d'una zanzara, le nostre esitazioni, le loro pause. A volte si riposano, ma poi ci tocca ritornare all'ora solare.
Stessa cosa vale per lo spazio tridimensionale, che però è gestito da magrebini accaldati. Prorio per questo ogni tanto accadono spiacevoli incovenevoli. Vedi Copperfield, Suzzara(RE), Fatima.

19/10/2006

Tu Gian Giacomo di Roncisvalle, da oggi ti chiamerai Noè.

Dovrebbe essere una sorta di diario on-line, mentre, come quasi tutte le cose è per me occasione per mostrare al mondo i miei limiti, le mie ansie. "Dei tuoi interessi" interessa solo e te stesso. Interessante status. Fossi spinto da motivazioni profonde, ma anche solo sensate, mi darei del ladro e del brigadiere. Invece, tutto è immobile, come mantidi pronte a sferrare il loro attacco, come isole che dal mare si lasciano annegare e riesumare, come questo monitor. Medito di ritirami in Bolivia, sui monti di La Paz per vedere tutti quanti l'effetto che Pazz ha inserito nel suo nuovo singolo "ragazze suicide".
Muoio sovente, ma solo in giorni pari (10 escluso), preferibilmente la sera, ingoiando palline da tennis. Tubo compreso.


Dio: "Tu Gian Giacomo di Roncisvalle, da oggi ti chiamerai Noè."
G.G.D.R.: "E perchè?"
Dio: "Per comodità..."
Dio: "E... Costruirai un'enorme e robusta barca, e la chiamerai Arca."
G.G.D.R.: "E perchè?"
Dio: "Per comodità..."

16/10/2006

Capro

E per il momento Eschiudo.