12/02/2007

La notte dei lunghi secchielli

L’ultima volta che ho ascoltato questa canzone ero sdraiato su una panchina al parco a guardare Orione, o meglio, quello che credevo essere Orione. Era il 31 Luglio.
Sono passati circa sette mesi e qualcosa è cambiato, forse non quanto avrei voluto, ma per lo meno ora sono in grado di nuotare a farfalla.
Per cominciare ho comprato un portamatite nuovo, per le matite aspettiamo i saldi, idem per il temperino. Ho cambiato monitor (e già questo è positivo), ho anche messo in nota di riordinare la camera (per le idee ci stiamo lavorando), insomma, sono le 12 e 12 del lunedì e c’è chi sostiene lo siano per tutti; lo sostengono pure i cinefili più moderati. Ora sono le 12 e 22, ma non è la stessa cosa.
Giovedì ho visto prosciugare quattro secchielli in meno di un’ora, ora, che agli inglesi piace chiamare “Felice”. Come dargli torto? Siamo solo carne, idrogeno e burro d’arachidi.
Patafisica a parte, è da stamattina che ho in testa il ritornello di “Buildings began to stretch wide across the sky and the air filled up with a reddish glow”(Tradotto:“le mura”) e (stranamente) ho un’incontenibile voglia di saltare. Canguri del cazzo. Scusate, non lo penso.
Credo che in fondo anche l’ozio sia una forma d’arte, in fondo dovrebbe esserlo anche l’anarchia; sarà per questo che sto seriamente pensando di andare ad abitare fuori casa? Dovrei…?
A furia di pensarlo, probabilmente molto presto mi autodistruggerò, e c’è già gente pronta a scommetterci (vedi Romina Power). La mia fine entro primavera è data 3 a 1, e se potessi puntarci qualche spicciolo, forse lo farei, ma se per una volta, invece di puntare, appuntissi matite woh oh?
Dai, che Marzo è alle porte.

4 comments:

giacomo said...

L'importante è aspettare la stagione più calda per abitare fuori casa.

erol said...

La primavera prima o poi arriva. Suona il campanello.
E non è casa tua.

Anonymous said...

Ci son tante case di campagna da abitare...

giacomo said...

dici? meno male che marzo è alle porte.