14/08/2007

Strano

Occhi aperti sull’altra sponda del fiume.
Effetti collaterali post-antitetanica mi portano di nuovo a sedere e a riflettere sulle possibili colorazioni, combinazioni che il buio può celare; paranoicamente parlando non trovo ne corrispondenza con le interpretazioni più semplici che lo vogliono associato al nero, ne con il luogo comune che lo vorrebbe circondato da silenzio. Dal mio punto di vista tutto ciò può essere esemplificato attraverso una situazione che da alcuni giorni continua a riproiettarsi nei miei sogni come un video di Madonna su Mtv.

Sono coricato e nell’aria c’è un gran odore di cipria. La mia mano destra stringe una minuscola pistola ad acqua. L’altra mano stringe un’altra mano. Il cielo è bianco e il sole un rilevatore di fumo. Cerco di svitare quest’ultimo a distanza, con due dita, quando una Voce dall’altra parte del fiume mi ricorda gratuitamente che sono pazzo; non passa un minuto che riesco nell’impresa. A quel punto sparo un goccio d’acqua contro questa Voce che salomonicamente si abbronza solo per metà, rilasciando una serie di esternazioni bucoliche che rimandano al colore dei suoi occhi. Avvilito dal meschino gesto, provo a spararmi in bocca, ma vinco solamente nell’intento di dissetarmi forse più di quanto avrei voluto. Le sussurro allora qualcosa di antipatico e forse vero, ma (e qui sta il dilemma) improvvisamente resto solo, perché la mano che prima stringevo si stacca e se ne va sull’altra sponda del fiume per diventare tutt’uno con essa e salutarmi per l’ennesima volta.

Mire cui ambire. Questo è il mio buio, la mia corda tesa tra i pali portanti del circo e, a sentire gli altri, la mia rete a maglie strette.
Aristogatti che ballano il boogie e Donatella Rettore come professoressa di lettere sono due piccoli atomi della grave finta crisi che dicono essere in atto dentro di me.
La luna è completamente oscurata e la stelle aspettano che batta ciglio per cadere. Canto canzoncine idiote mentre gioco a tennis sfruttando la racchetta come chitarra.
Spiacente, non posso sforzarmi di cambiare.
Gli occhi sono esami. È strano, non poter far altro che superarli.

4 comments:

giacomo said...

Oh porca vacca, questo è Bello. Forse uno dovrebbe smettere di farti complimenti e buttarsi, chessò, sulle critiche costruttive, le allusioni scherzose. Ma in questo caso non si può mica perché quello che scrivi è solo Bello, no che non aggiungo altro.

Anonymous said...

Santa, perché. Perché. Oh, Santa, oh, oh, oh, Santa. Oh, Bello, esatto.

Santa said...

Mai detto che vi amo?
Vi amo.
Vi amo.
Adesso sì, che sono pronto ad un lungo autunno-inverno

dami84 said...

Evviva i pazzi. Che hanno capito...